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Cicerone
I doveri, II, 64
 
originale
 
[64] Conveniet autem cum in dando munificum esse, tum in exigendo non acerbum in omnique re contrahenda, vendundo emendo, conducendo locando, vicinitatibus et confiniis aequum, facilem, multa multis de suo iure cedentem, a litibus vero, quantum liceat et nescio an paulo plus etiam, quam liceat, abhorrentem. Est enim non modo liberale paulum non numquam de suo iure decedere, sed interdum etiam fructuosum. Habenda autem ratio est rei familiaris, quam quidem dilabi sinere flagitiosum est, sed ita, ut inliberalitatis avaritiaeque absit suspicio. Posse enim liberalitate uti non spoliantem se patrimonio nimirum est pecuniae fructus maximus. Recte etiam a Theophrasto est laudata hospitalitas. Est enim, ut mihi quidem videtur, valde decorum patere domos hominum inlustrium hospitibus inlustribus idque etiam rei publicae est ornamento homines externos hoc liberalitatis genere in urbe nostra non egere. Est autem etiam vehementer utile iis, qui honeste posse multum volunt, per hospites apud externos populos valere opibus et gratia. Theophrastus quidem scribit Cimonem Athenis etiam in suos curiales Laciadas hospitalem fuisse; ita enim instituisse et vilicis imperavisse, ut omnia praeberentur, quicumque Laciades in villam suam devertisset.
 
traduzione
 
64. Converr? esser munifici nel dare e nell'esigere evitare la rigidezza e cos? esser giusti ed accomodanti nel trattare ogni tipo d'affare, nel vendere e nel coprare, nel dare e nel prendere in affitto, negli affari di vicinato e di confine, cedendo a molti molte cose dei proprio di ritto e tenendosi lontani dalle liti per quanto sia lecito e non so se un po' di pi? di quanto sia lecito. Infatti non solo, ? generoso, ma talvolta anche fruttuoso rinunziare un po', talora, al proprio diritto. Si deve aver cura dei patrimonio familiare, in quanto ? scandaloso lasciarlo cadere in rovina, ma (lo si deve curare) in modo da tener lontano ogni sospetto d'ingenerosit? e di avarizia: il poter essere generosi senza spogliarsi del proprio patrimonio ?, certamente, il frutto pi? grande del denaro. Teofrasto loda, a giusta ragione, l'ospitalit?; ? assai decoroso, pure secondo il mio parere, che le case degli uomini insigni siano aperte ad ospiti insigni, ed ? anche motivo di lustro per lo Stato che gli stranieri non manchino in Roma di questo genere di liberalit?. E' peraltro anche assai utile per coloro che vogliono onestamente acquistare un gran nome, avere molto credito e favore presso i popoli stranieri per mezzo degli ospiti. Teofrasto scrive che Cimone in Atene era ospitale anche verso i suoi compaesani Laciadi; infatti aveva impartito istruzioni ed ordini ai suoi fattori che qualunque Laciade capitasse nella sua tenuta fosse rifornito di ogn? cosa.
 

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